• MORTO ALL'OSPEDALE DI SARONNO: DIMENTICANO UNA GARZA NELLA PANCIA

    Saronno - La famiglia di un uomo di Cislago gravemente malato interpella la procura. L'ospedale replica: «Noi per primi a inviare la documentazione alla magistratura in modo da far chiarezza sull'intera vicenda»
    Muore dopo tre anni con la garza nella pancia, aperta un'inchiesta

    È possibile morire a causa di una garza dimenticata nell'addome per tre anni? Questa la domanda che i parenti di Dino Turconi, 69 anni, di Cislago, deceduto lo scorso 14 maggio all'ospedale di Saronno hanno fatto alla Procura della Repubblica, ipotizzando l'ennesimo caso di malasanità.

    L'episodio ha avuto inizio quando le figlie dell'uomo interpellano il tribunale del malato, una onluss che offre consulenza ai pazienti e alle loro famiglie, e da qui la Procura della Repubblica.
    L'uomo soffriva di problemi addominali tali da rendere necessario il ricovero nell'agosto 2002 per
    "Emorragia digestiva superiore in cirrosi epatica" ma, nel corso del ricovero, nel settembre dello stesso anno l'uomo veniva sottoposto ad un intervento chirurgico di nefrectomia radicale per tumore del rene. E proprio in occasione di questo ricovero e del successivo intervento, i medici avrebbero dimenticatio una garza nell'addome dell'uomo, fatto che secondo i famigliari avrebbe aggravato le condizioni dell'uomo fino alla morte, dopo tre anni.

    Nella primavera di quest'anno, infatti l'uomo accusa dei disturbi addominali. Si rivolge al medico di base, che consiglia accertamenti. Risultato: una tac all'addome evidenzia un sospetto "garzoma", cioè la presenza di una garza. Segue poi il ricovero e intervento chirurgico per la rimozione del corpo estraneo, il 14 aprile, e si stabilisce la necessità di ricovero in Terapia Intensiva per le gravi condizioni cliniche concomitanti dovute ad alcune gravi patologie da cui il paziente era affetto. Un mese dopo, il 15 maggio, il decesso.

    La gravità delle accuse mosse dai famigliari all'ospedale ha provocato la reazione dell'azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, che ha diramato una nota dove viene resa pubblica la cronologia degli interventi riguardanti il paziente.
    «Abbiamo trasmesso gli atti alla magistratura e sarà la magistratura a decidere come procedere - sottolineano dall'Azienda Ospedaliera - . Siamo stati noi per primi a inviare la documentazione in modo da far chiarezza sull'intera vicenda».

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